Tossine in relazione al cibo e omeopatia
L’ omeopatia può essere utile nella gestione delle problematiche funzionali digestive connesse all’assunzione di tossine in relazione al cibo. Le tossine alimentari sono sostanze o metaboliti assunti tramite il cibo o derivanti da processi digestivi alterati. Certamente l’inquinamento della catena alimentare rappresenta una voce importante del carico tossico l’uomo moderno assume ogni giorno. L’ alimentazione equilibrata e sana è una condizione necessaria per il mantenimento della salute e per evitare di assumere un bolo eccessivo di tossine in relazione al cibo.
L’assunzione di sostanze atte a fornire nutrimento al nostro organismo deve essere comprensiva di tutti gli alimenti necessari alle esigenze d’accrescimento, mantenimento ed attività, in una proporzione armonica ed equilibrata: glicidi, lipidi, proteine, acqua, sali minerali e vitamine. Genericamente è importante per nutrirsi correttamente, evitando i grassi saturi ovvero grassi animali, margarina, strutto e burro. Al contrario è bene aumentare il consumo di fibre grezze, vitamine, frutta, verdura, pesce e olio d’oliva. Si consiglia inoltre di contenere il consumo di carne, insaccati, alcolici e formaggi. Un parametro altresì importante dell’alimentazione è la qualità e la pulizia del cibo assunto. il bolo di tossine in relazione al cibo assunto risente molto di questo parametro. Per qualità del cibo assunto si intendono quelle caratteristiche, che possono sfuggire ad un analisi puramente quantitativa, ma che maggiormente caratterizzano al giorno d’oggi il problema salute. La nostra alimentazione ha subito in questi ultimi 70 anni radicali modificazioni. L’aumentato benessere economico ha indubbiamente migliorato la varietà alimentare ed accresciuto il numero di calorie mediamente assunte, ma per contro i nuovi sistemi di vita, la maggior richiesta di cibi, i loro metodi di preparazione e conservazione hanno condotto all’impoverimento nutrizionale degli alimenti. L’ impoverimento nutrizionale degli alimenti corrisponde all’ introduzione nella catena alimentare di elementi estranei, caratterizzanti una parte del bolo di tossine in relazione al cibo assunte. Metodi conservativi, cotture ripetute, brillatura del riso, trattamento spinto delle farine dei cereali, colorazione del cibo, cosmesi del cibo, raccolta anticipata di frutta e verdura, interventi sul patrimonio genetico sono esempi classici di depauperamento della qualità alimentare. Ogni artefatto industriale della qualità del cibo oltre a contaminarlo di sostanze estranee ingenera anche interferenze con il processo digestivo. Disturbi del processo digestivo implementano il carico di tossine in relazione al cibo, ma in questo caso derivanti dalla maldigestione e dunque endogene. Un impoverimento di vitamine di un determinato cibo per esempio, pur non contaminandolo direttamente di tossine, ingenera una produzione delle stesse all’interno dell’ organismo che lo assume. La ricerca pertanto di una migliore qualità del cibo pertanto minor esposizione a tossine esogene o endogene comporta una considerazione dei seguenti comportamenti:
- Conoscere e informarsi sul cibo che si assume.
- Preferire prodotti biologici, artigianali a quelli industriali.
- Evitare prodotti raffinati e preferire gli integrali.
- Evitare prodotti trattati ai fini della conservazione e della colorazione
- Evitare prodotti trattati ai fini fisici, psichici o organolettici
- Evitare cibi che provengono da lontano, cibi di altre stagioni,
- Evitare cibi ottenuti da mutazioni genetiche
- Evitare cibi trattati con pesticidi, concimanti e ormoni
- L’intervento industriale minore possibile sul cibo lo migliora
Oltre l’ attenzione alle tossine in relazione al cibo, la dieta specifica per ogni persona, specie se intesa come un aspetto della terapia o della prevenzione, deve essere prescritta dal medico. La nutrizione clinica rappresenta un valido metodo di valorizzare la situazione metabolica unica e irripetibile di ogni paziente per stabilire sequenze nutrizionali personali corrette. L’ alimentazione rappresenta però oltre un ricambio di sostanze ed energia, anche un’espressione psicologica e culturale. Comprendere e migliorare la relazione personale di ognuno di noi con il cibo non può prescindere dall’osservazione anche delle implicazioni emozionali dell’alimentazione umana. L’ omeopatia è spesso utilizzata nelle malattie della digestione anche se secondarie a tossine in relazione al cibo, per la sua azione sulla componente psicosomatica e neurovegetativa. L’apparato digerente di ogni essere vivente implicato nelle malattie della digestione ha il compito di introdurre, digerire e assorbire i principi nutritivi contenuti negli alimenti, eliminando gli scarti metabolici non digeribili sotto forma di feci. La materia medica di omeopatia e il repertorio contengono indicazioni per svariati rimedi, per i disturbi funzionali e neurovegetativi connessi alle malattie della digestione. Le malattie della digestione caratterizzate da un’alterazione delle funzioni sono dovute all’impegno di svariati organi in seguito a eziologia diversa. Migliorare il processo digestivo del cibo determina sia una minore produzione di tossine, sia una migliore eliminazione delle stesse. L’ omeopatia può essere per molte malattie della digestione, sopratutto quelle caratterizzate da una spiccata componente neurovegetativa ed emozionale.
I rimedi di omeopatia adottati per la cura dei pazienti hanno generalmente la formulazione di globulo perlinguale. L’ assorbimento dei rimedi avviene pertanto in bocca. L’ omeopatia possiede oltre il globulo tutte le altre possibili formulazioni dei suoi rimedi, inclusa l’ omeopatia iniettabile. L’ omeopatia iniettabile ha un ruolo importante nel trattamento delle malattie più impegnative e può contribuire a ridurre un eventuale fabbisogno di farmaci per via sistemica. L’ omeopatia richiede all’ omeopata una conoscenza profonda della materia medica per poter prescrivere rimedi in terapia. Anche la valutazione delle interazioni con altre forme di terapia e la loro necessità per il paziente è compito dell’ omeopata. L’ omeopatia richiede, esami clinici, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali l’ omeopatia possa costituire alternativa o integrazione. Pertanto somministrare omeopatia è atto medico e deve essere esercitata da un medico competente. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici e presso i Registri dei medici che praticano l’ omeopatia, tutti predisposti e consultabili presso l’Ordine sono una indicazione sulla qualità della formazione ricevuta dell’operatore. L’ omeopatia non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario l’ omeopatia stabilisce con esse una virtuosa sinergia e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello, Omeopatia a Roma